84 milioni di euro “rubati” alla zootecnia siciliana. A tanto ammonta infatti l’importazione di latte e formaggi che nel 2013 è aumentata del 5% rispetto all’anno precedente
E’ l’ennesimo dato che dimostra l’eutanasia di uno dei comparti più importanti, qualitativamente all’avanguardia e identificanti la nostra Regione – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione con riferimento alla grave crisi della zootecnia siciliana che non solo è penalizzata dal prezzo del latte inferiore rispetto al Nord ma deve fare i conti anche con una crescente importazione a discapito di produzioni uniche della Regione che non riescono ad ottenere un prezzo remunerativo.
In 12 mesi il patrimonio bovino – sottolinea la Coldiretti siciliana è diminuito del 22%. I bovini con meno di un anno nel 2012 erano oltre 95 mila, nel 2013 sono scesi a poco più di 74 mila. Anche il patrimonio ovino in un anno ha perso oltre 30 mila capi.
Ma ciò che impressiona – aggiungono Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione – è che produzioni uniche, tradizionali, a denominazione di origine protetta come il pecorino o il caciocavallo non sono molto conosciuti perché si preferiscono formaggi che prima di arrivare sulle nostre tavole percorrono migliaia di chilometri. Ogni anno arrivano tonnellate di cagliate, preparati, formaggi spalmabili. Ed è grave che alcune industrie di caseificazione scelgono di utilizzare materie prime straniere addirittura confezionando all’esterno prodotti che poi vendono in Sicilia.
Per questo – affermano ancora - è indispensabile attuare una politica zootecnica che salvi soprattutto le tradizioni produttive e garantisca anche quel presidio territoriale fondamentale nelle aree interne, a salvaguardia della salute dei consumatori.
Grazie alla vendita diretta nelle imprese agricole, nei mercati e nelle botteghe di Campagna Amica l’offerta dei formaggi siciliani è ampia e garantita dagli allevatori che rappresentano una marcia in più per quella tracciabilità che oggi è la vera carta d’identità dell’agricoltura siciliana. Bisogna prediligere i nostri formaggi prodotti con il latte di qualità certificato da enti autorizzati nel caso di prodotti Dop con pascoli che garantiscono qualità organolettiche importanti per la salute. I nostri allevatori – concludono – hanno già prodotti innovativi anche spalmabili per rispondere ai gusti dei consumatori di tutte le fasce d’età.
I FORMAGGI SICILIANI
| Pecorino Siciliano Dop |
| Ragusano Dop |
| Cosacavaddu Rausano (o ibleo) -Caciocavallo Ragusano- |
| Mozzarella |
| Ricotta Iblea |
| Ricotta infornata |
| Provola Ragusana |
| Ricotte di: Vacca, Pecora, Capra, Mista, Salata |
| Provola |
| Provola Siciliana |
| Picurinu |
| Tumazzu di vacca |
| Caciocavallo palermitano |
| Canestrato |
| Piacentinu |
| Vastedda della Valle del Belice |
| Palermitano |
| Vastedda palermitana |
| Provola delle Madonie |
| Provola dei Nebrodi |
| Caci figurati |
| Maiorchino |
| Fiore Sicano |
| Caciotta degli Elimi |
| Cofanetto |
| Ericino |
| Formaggiu ri capra |
| Padduni: (Formaggio di capra) |
| Formaggio di Santo Stefano Quisquina |
| Ainuzzi |
| Belicino |
| Caciotta degli Elimi |
| Canestrato vaccino |
| Maiorchino di Novara di Sicilia |
| Pecorino rosso |
| Piddiato |
| Provola dei Monti Sicani, caciotta |